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Fondi ESG: un approccio al mercato più consapevole e responsabile

Intervista ad Enrico Salvetta, Vice Direttore Vicario e Responsabile Area Finanza Cassa Centrale Banca

Cosa si intende per investimenti etici, e in che cosa questi si discostano da quelli tradizionali?

Generalmente si tende ad associare un investimento etico in maniera semplicistica al clima e all’ambiente (Environment), ma è solo uno dei temi da prendere in considerazione. Un investimento ESG è legato anche alla tutela dei diritti dei lavoratori, alla parità di genere, all’abolizione del lavoro minorile (Social) e ha a cuore la trasparenza nella gestione delle aziende (Governance).

La finanza sostenibile consente di selezionare gli investimenti oltre che per le performance economiche, anche per l’impatto sociale e ambientale, mettendo al centro la responsabilità degli investimenti stessi nei confronti della collettività. Sottoscrivendo un fondo etico, infatti, il cliente si impegna a investire in paesi e società che rispettano i criteri ESG. La filosofia dell’investimento “etico” è quella di voler credere nelle aziende e in un futuro sostenibile ottenendo, allo stesso tempo, una corretta remunerazione.

 

Come vengono percepiti dai consumatori italiani i fondi ESG?

In Italia, il tema degli investimenti “sostenibili” e/o ESG è al centro dell’attenzione del settore da diverso tempo e il numero di risparmiatori – soprattutto giovani – che ha iniziato a prestare attenzione a come il proprio denaro viene impiegato è in aumento. Nonostante la diffusione di questa tipologia di gestione del risparmio sia crescente, però, i “fondi ESG” continuano a rimanere uno strumento prediletto più all’estero che in Italia.  

È, infatti, ancora lunga la strada da percorrere verso una approfondita conoscenza di questa categoria di strumenti da parte dei risparmiatori. In qualità di banche del territorio, noi abbiamo un grande vantaggio, che consiste nel rapporto diretto e nel dialogo costante con i nostri soci e clienti. Questo ci permette di trasmettere e far comprendere il fine ultimo dell’investimento etico: un nuovo approccio al mercato, più consapevole e responsabile, che associa – come abbiamo detto – alla possibilità di un buon rendimento, qualità, sostenibilità e responsabilità sociale e ambientale.

Nel nostro DNA c’è il sociale da sempre e quando abbiamo deciso – cinque anni fa – di lanciare il nostro primo fondo etico in collaborazione con NEAM, la Management Company di diritto lussemburghese di proprietà del Gruppo, non abbiamo fatto altro che estendere anche al mondo della finanza i nostri valori e i nostri principi di mutualità e di sviluppo responsabile. Una scelta che fa parte del nostro modo di essere banca, della nostra cultura e delle nostre radici.

 

Come vi posizionate in questo settore? Quali sono i progetti a breve termine?

Siamo al settimo posto su scala nazionale per collocazione di prodotti finanziari in questo comparto, con grandi ambizioni di crescita.

La nostra gamma etica, gestita da NEAM, ammonta ad oggi a oltre 600 milioni di Euro e per aggiungere alla nostra offerta una marcia in più a breve lanceremo il NEF Ethical Global Trend SDG. Uno strumento finanziario semplice e diretto suddiviso in 7 trend di investimento (infrastrutture, mobilità, medicina, materiali, finanza, alimentazione, comunicazione) che va a completare l’attuale parterre dei fondi etici, composta da un fondo obbligazionario (NEF Ethical Total Return Bond) e da due bilanciati (Ethical Balanced Conservative e Ethical Balanced Dynamic). Nello specifico, NEF Ethical Global Trend SDG investe su asset direttamente correlati ai 17 obiettivi definiti dalle Nazioni Unite nell’ambito dell’agenda 2030. Non a caso, il claim che abbiamo associato al nuovo fondo è “investire nel futuro che vorremmo”.

Anche quest’ultimo sarà un fondo marchiato Luxflag, certificazione rilasciata ai prodotti socialmente responsabili, che rispettano i rigorosi criteri ESG nella loro strategia di investimento. Una convalida esterna dell’approccio di investimento responsabile, una garanzia in più per i risparmiatori nonché una tutela dal fenomeno del green washing.

 

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