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Zamagni: “Errore non investire nella cultura cooperativa”

Estratto da Il Corriere del Trentino del 12.02.2023

Professore il credito cooperativo  è ai titoli di coda?

Il credito cooperativo oggi e nel prossimo futuro sarà molto più importante che nel passato. Questa è una tesi che pochi sostengono perché non capiscono di economia. Se uno pensa al ruolo della banca che è di sostegno e di rilancio dell’economia locale allora chi è a favore delle grandi dimensioni non capisce, oppure capisce ma ha interessi nascosti.

In che senso?

Nel 2015 il governo Renzi fece la riforma del sistema bancario obbligando le popolari al di sopra di 8 miliardi di attivo, a trasformarsi in s.p.a. Adesso si cerca di fare — ma questa è una mia congettura — la stessa cosa: cioé le banche di credito cooperativo cercano di fondersi per poter raggiungere una massa critica sufficientemente elevata per poi chiedere la trasformazione in s.p.a. Non sono sicuro che avverrà ma fondere queste banche in un contesto come quello del Trentino in cui c’è già la Cassa Centrale è un non senso. Quando mi si dice che serve per operazioni di un certo livello, io rispondo: ma c’è già la Cassa Centrale. Dar vita a questa banca ha come unico effetto quello di far scomparire il principio democratico che è alla base del credito cooperativo perché con trentamila soci per di più dislocati in valli diverse, come si fa a garantire una testa un voto? Grave che ciò avvenga in una terra che senza il credito cooperativo sarebbe alla fame. Inoltre questa operazione va contro il principio della biodiversità finanziaria.

Le categorie temono uno scollamento con il territorio. Il rischio esiste davvero?

In Trentino scherzano con il fuoco perché lì non ci sono le grandi imprese che vanno a finanziarsi sui mercati internazionali e se viene meno il credito da queste banche sono i primi a rimetterci e sarà così per forza perché quando uno fa un istituto di queste dimensioni dice “perché io devo fare business in questo territorio da 500 mila abitanti? Vado sul mercato nazionale e internazionale”. Non lo ammettono apertamente per evitare una sollevazione popolare.

In Alto Adige però hanno fatto scelte diverse.

Perché sono tedeschi. In Germania quante sono le banche di credito cooperativo? A Berlino hanno ottenuto persino dalla Bce delle esenzioni per le loro casse rurali che noi non siamo riusciti a ottenere perché la sede della Bce è a Francoforte e non a San Marino. A Trento hanno messo il potere nelle mani di gente che non è locale e a cui non importa niente del territorio. Negli Stati Uniti hanno 12 mila casse rurali: provate a chiedere di fonderle o di chiuderle, vi sparano addosso.