Carlo Cottarelli

BCC, Le più vicine alla clientela

“Credito Cooperativo”, la rivista delle Banche di credito cooperativo italiane ha recentemente pubblicato un’intervista a Carlo Cottarelli (in foto), economista, ex direttore del Fondo Monetario Internazionale, oggi direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani presso l’Università del Sacro Cuore di Milano. Ecco, sia la domanda del giornalista che la risposta di Cottarelli:

“Quale può essere in questa fase ancora di emergenza pandemica il valore aggiunto delle banche di territorio, come le BCC?
La mia non vuole essere una risposta rituale: sono davvero convinto che le banche di territorio siano quelle più vicine alla realtà della clientela. In una stagione così anomala e ancora di grande incertezza dare o no credito usando l’algoritmo non è appropriato. Il vantaggio delle banche locali è la conoscenza personale. Aggiungo che in merito alla regolamentazione bancaria, è sbagliato che ci siano le stesse regole per le piccole e le grandi banche. Fanno cose diverse e la regolamentazione, anche in termini di documentazione, è estremamente pesante per le piccole banche. Credo sia necessaria una riforma in questa direzione.”

Il buon Cottarelli ha detto esattamente ciò che noi tutti delle BCC andiamo dicendo da qualche anno. Non si possono fare parti uguali fra diseguali, diceva don Milani. In effetti le nostre piccole BCC non possono sottostare alle stesse regole di Unicredit, di Intesa San Paolo o di BNL. E’ del tutto evidente che noi ne usciamo fortemente penalizzati per via dei costi che sopportiamo.

Le norme che ci interessano devono essere proporzionate alle dimensioni delle Banche. Vi sono banche piccole, banche medie e banche grandi ed anche le regole devono essere di tre dimensioni.

Tutti riconoscono questa difficoltà che penalizza noi delle BCC ma nulla – inspiegabilmente – si muove in tal senso nel Parlamento italiano.

L’Italia è un Paese lobbista e la lobby delle grosse banche probabilmente non ha nessuna intenzione di favorire le BCC, che ormai hanno una buona fetta di mercato e crescono continuamente.

A questo si aggiunga anche che i nostri rappresentanti nazionali (Federcasse) sono molto preparati sull’argomento ma sono degli illustri sconosciuti sullo scenario mediatico nazionale, dove purtroppo “attinge” le sue idee il Parlamento. Alla luce della suddetta intervista a Cottarelli e al fatto che lui dimostra così di conoscere molto bene il nostro mondo e le nostre difficoltà, perché non facciamo presiedere Federcasse da uno come Cottarelli… anziché continuare con i nostri bravi parroci da sagrestia ma incapaci di stare sul pulpito?