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BCC: Le banche del “Potere al Popolo”

Dal numero 8-2020 della rivista Credito Cooperativo riportiamo parte di un articolo a firma di Sergio Gatti (pag. 7) che ci invita a riflettere sulla sempre attuale formula del Credito Cooperativo, se ben attuato.
Purtroppo le BCC, dopo la riforma del 2016, stanno perdendo la loro anima evolvendo verso la cultura industriale e sono sempre più alla ricerca della grossa dimensione, mentre sarebbero ancora più cooperative se restassero piccole… Leggete queste note e calatele nella realtà che ci circonda per metabolizzare il livello di integrazione delle nostre BCC con il territorio di riferimento.

A loro modo, le BCC costituiscono una forma di “potere” di popolo. Scrive il prof. Stiglitz che le “banche cooperative sono di priorità dei loro clienti e depositanti e sono gestite nel loro interesse e in quello delle comunità di cui fanno parte: soci e portatori di interessi. Shareholders e stakeholders, in un certo senso coincidono”. Il potere di auto-organizzarsi per migliorare le condizioni di vita di persone attraverso un modello imprenditoriale del fare insieme per stare meglio. Sappiamo bene che non sono stati potentati o centri di influenza nazionali o internazionali a far nascere le Casse Rurali e le BCC. I comitati che li hanno promossi, dal 1883 in poi, sono nati nelle e dalle comunità. I cui abitanti si sono dati uno strumento di auto-aiuto, un mezzo per liberarsi dalla povertà, dall’usura, dall’esclusione. I soci sono partiti dai propri risparmi e non da donazioni o elargizioni di benefattori. Le BCC in questo senso sono forme di “potere civile”, scaturito dalla “civitas” per il futuro ben-vivere della stessa “civitas”. Quello strumento, tutto sommato ancora semplice, (raccoglie il risparmio e lo trasforma in credito per chi merita) ha mostrato di avere il potere di ridurre le disuguaglianze, di accrescere le opportunità. Strumento che riesce a incidere strutturalmente nel lungo periodo. Puntando sulla generazione di lavoro e di reddito. Che sono poi le uniche vere strade per combattere la disuguaglianza, per costruire la dignità delle persone, per creare ricchezza economica insieme a ricchezza di “senso del vivere”.